Iceland 2008



Ancora fatico a crederci, il sogno di una vita, anzi di due: il Beer&Kate Team in Islanda in moto! Uno ssspettacolo!
19 giorni, di cui 5 per mare, 2 sulle Isole Faroe, 7 in giro per l'Islanda 1 passato a Monaco con gli amici birrofili (questa tappa ormai è d'obbligo) e gli altri 4 su e giù per le autostrade tedesche e danesi, per un totale di circa 6000Km.
Eccovi in breve l'itinerario.
Partiti da Bologna la mattina del 31 luglio, raggiungiamo dopo 910km il piccolo ma simpatico paese che già conosciamo, in centro Germania: Bad Brückenau.
Birra, schnitzel e poi in branda al Deutsches Haus.
Il giorno successivo si arriva ad Ahlefeld (100km nord di Amburgo) dopo una tappa da 710km: ne abbiamo fatti 200 in più del previsto girovagando alla ricerca di un posto carino dove mangiare e dormire e alla fine la perseveranza ci ha premiato: un simpatico ed economico Garni, l'Hotel Katerberg.
E' arrivato il giorno dell'imbarco! Raggiungiamo quindi dopo soli 370km il porto di Hanstholm, nel nord della Danimarca. Sono appena le 11 del mattino e il nostro traghetto non arriva prima delle 19... Ke palle!
Fortuna che iniziano ad arrivare un po' di motociclisti. Tò guarda un po': arriva una coppia di motard su un'altra FJR targata Norvegia. Inevitabile attaccar bottone per il modello di moto. Scopriamo che stanno rientrando a Bergen dopo una vacanza in Italia, a Bibione! Si imbarcheranno un paio d'ore prima di noi, su un traghetto diretto in Norvegia appunto, ma prima ci faranno omaggio di un paio di cinghiette furbe per imbrigliare la moto in nave, prendendola dalle forcelle: Mitici!
Si riveleranno utilissime, anzi indispensabili.
Nel frattempo continuano gli arrivi al porto: fuoristrada super attrezzati stile Overland e manco a dirlo un sacco di BMW GS con tanto di copertoni di riserva legati sopra al baule centrale... Comincio a pensare se non ho sbagliato meta o moto, ma ormai è tardi per i ripensamenti! Arriva una Goldwing e si parcheggia a fianco alla nostra sport touring, sarà un locale danese penso io. Nooooo! Un altro italiano che si fa l'Islanda con una moto non propriamente da sterro! Bè ora i matti non sono soli almeno...
Si fa sera e arriva il momento di salire sulla Norrona: il mitico traghetto della Smyril-Line, l'unico che porta su in Islanda una volta a settimana (fino al 2008). Ormai il punto di non ritorno l'abbiamo superato. La moto in traghetto ce la si lega da soli... Mi assalgono i soliti dubbi: "e se non la lego bene?", "sarà meglio sul centrale o sul laterale?". Poi però mi rassicurano anche gli altri biker dicendo che, per come l'ho legata, se cade significa che per la situazione in mare, è meglio iniziare a pregare...
E così passano le prime due notti: attraversiamo le Isole Shetland ed infine arriviamo a Torshavn, porto e capitale (la più piccola del mondo) delle Isole Faroe o Føroyar o ancora Fær Øer. Qui la Norrona ci sbarca e se ne va a caricare gli altri in Norvegia e Scozia. Tornerà dopo due giorni: giusto il tempo necessario per girarsi le isole in tranquillità e conoscere meglio Torshavn. Il nostro Hotel (prenotatoci sempre dalla Smyril-Line) per queste 2 notti sarà l'Hafnia.
Percorreremo lungo le poche strade che collegano le isole Streymoy, Eysturoy e Norðoyar per un totale di 316km.
L'indomani ecco di nuovo la Norrona! Si parte per la meta ambita. Passa un'altra notte in mare e poi giungiamo finalmente in Islanda. Lo sbarco avviene nel primo pomeriggio a Seydifjordur, la parte più a est dell'isola. Il tempo è ottimo e la temperatura è di 13°. Iniziamo così il nostro tour percorrendo in senso orario la Ring Road, ovvero la strada n.1 che permette di fare il giro completo dell'isola lungo la costa e che stando alle informazioni raccolte è asfaltata per almeno il 90%. Ma subito abbiamo il primo impatto con una parte di quel famigerato 10% dove l'asfalto non c'é. Si tratta per lo più di interruzioni di tanto in tanto da 3-4 km dove la strada è terra battuta e ghiaia. Come consigliato anche dall'ente turismo islandese mi tengo in centro carreggiata per evitare di scivolare nei ghiaioni accumulati ai lati, accostando più dolcemente possibile quando incrocio qualcuno. Questa regola ci farà arrivare a casa senza guai.


Inutile sprecare parole sul panorama, perchè vi annoierei e non renderei l'idea quanto una bella foto, quindi se non siete in procinto di partire per questa destinazione, ma siete semplicemente curiosi andate a vedervi direttamente il video in fondo al post e saltate tutto il bla... bla... bla..., che invece può tornare utile a chi volesse farsi questa gita con una moto magari non propriamente saltafossi.
Come per le Faroe, anche in Islanda abbiamo gli alloggi già prenotati tramite la Smyril-line, la cui rappresentanza in Italia è della Agamare: il pacchetto che abbiamo preso si chiama "EXPLORER LIGHT" e consiste in una settimana islandese con pernottamento e prima colazione lungo tutto il periplo dell'isola. Prima di partire infatti abbiamo ricevuto direttamente a casa, biglietto andata e ritorno e i voucher da esibire nelle fattorie e hotel indicati nel road book, che sempre la Smyril ci ha fornito. Esistono altri pacchetti ovviamente, ma questo è quello che resta più degli altri con le ruote sull'asfalto. Claro?
Anche in Islanda il gps è stato molto utile grazie soprattutto alle mappe scaricabili gratuitamente in questo sito: www.ourfootprints.de
In queste mappe sono indicati la maggior parte dei distributori, alloggi, condizioni della strada (dove è asfaltata e dove no), oltre a moltissimi punti di interesse turistico: un ottimo lavoro.
Ma torniamo al viaggio. La prima tappa si conclude dopo 350km a Skalafell: una fattoria a 34km sud-ovest di Hofn, lungo la ring road ovviamente. L'ingresso e l'uscita dalle fattorie alla strada principale si rivelerà da qui in poi il momento più difficile. Infatti anche se si tratta di poche centinaia di metri, la moto tende ad affondare nella ghiaia. Proprio qui a Skalafell, Katia scende al volo dalla sella per un paio di salvataggi in extremis nell'aiutarmi a tenere in piedi l'FJR. Per fortuna tutto ok.
Il giorno successivo si prosegue costeggiando alla nostra destra il Vatnajokull: il ghiacciaio più grande d'Europa. La temperatura di conseguenza non sale oltre i 6°, ma nonostante anche il cielo minaccioso, di pioggia praticamente nulla. Inoltre lo sterrato è finito: lo rincontreremo solo all'ultima tappa. L'asfalto comunque non permette distrazioni poichè resta comunque sporco di brecciolino. Ci fermiamo nella laguna di Jokullsarlon dove il ghiacciaio incontra il mare. Qui è possibile fare una breve escursione (40min.) tra gli iceberg a bordo di buffi mezzi anfibi a 20euro circa. Bellissimo!Avvistiamo anche una foca vicino a riva. Procediamo fino a Vik dove facciamo una passeggiata sulla tipica spiaggia nera islandese. Passato Vik dopo una trentina di km, siamo a Skogar dove avvistiamo Skogafoss: una cascata di 60mt. Poco dopo Skogar c'é la seconda fattoria dove pernotteremo: Drangshlid. Terzo giorno: si abbandona per circa 150km la strada n.1 per raggiungere Geysir e Gullfoss. No problem, siamo nell'est dell'Islanda vicino alla capitale Reykjavik, la parte ricca e più "affollata", per cui anche le strade secondarie sono asflaltate quasi completamente. Geysir: da qui prende nome quello strano fenomeno naturale che si manifesta con uno spruzzo d'acqua bollente alto qualche decina di metri. Purtroppo il geysir originale a causa degli smottamenti del terreno si è praticamente esaurito nel corso degli ultimi decenni, ma pochi metri più in là c'è lo Strokkur che attualmente detiene la corona di 1° geysir ufficiale. Lasciamo in moto questa zona fumosa e dal forte odore di zolfo per arrivare un po' più a nord per vedere le maestose cascate di Gullfoss, non le più grandi dell'isola, ma comunque le più famose per via della facile raggiungibilità. Riprendiamo la strada n.1 proprio dove c'è il nostro primo hotel nella prima vera città: l'Hotel Selfoss a Selfoss appunto. Per città qui si intende una chiesa, una banca, un ufficio postale, una stazione di servizio e un hotel naturalmente, circondati da una manciata di case a 2 o tre piani. Qui in paese assistiamo anche a una gara di Strongman all'aperto, impressionante e divertente! L'atmosfera è come quella che potrebbe essere qui da noi, chessò per una partita di calcetto ad una sagra. La nota storica più saliente di Selfoss è il suo ponte, proprio sulla ring road: crollato nel 1944 e poi ricostruito. A causa della guerra? Macché: fu il passaggio contemporaneo di due camion del latte!
Quarto giorno: raggiungiamo Reykjavik. Non aspettatevi una metropoli, anche se sta crescendo ad un ritmo esagerato. Non mi dilungo in dettagli: una qualunque guida turistica vi elencherà le cose da vedere che non sono tante, ma è comunque una città molto accogliente: come tutte le città prive di traffico...
Dopo una giornata passata nella capitale, dirigiamo le ruote verso il nostro hotel successivo. Si trova a Borgarnes, una cittadina a 70km più a nord e prende il nome medesimo: Hotel Borgarnes. L'hotel ha anche il ristorante che sulla nostra guida è indicato come tra i più cari... Lo evitiamo quindi per la cena e ripieghiamo alla stazione di servizio, che abbiamo ormai imparato essere una sorta di piazza centrale per gli islandesi la sera: qui si può fare uno spuntino veloce o cenare con la tradizionale icelandic soup (un brodetto di carne e verdure molto saporito) senza spendere cifre esorbitanti.
Borgarnes è delle dimensioni di Selfoss: la si gira tutta a piedi in una mezzoretta scarsa: sarà dura riabituarsi al sovraffollamento continentale...
Siamo giunti così alla quinta tappa, la più lunga. 400km a 90km/h per raggiungere la seconda città d'Islanda: Akureyri. Sì perchè il limite di velocità max in tutta l'isola é di 90 all'ora. Ma qui a est l'asfalto si fa invitante e la visibilità si perde all'orizzonte da quanto la strada è diritta in questo punto dell'isola. Proprio per questo mi rilasso per la prima volta durante questo viaggio. E quando un motociclista da strada si rilassa alla guida, capita spesso che non si renda conto della velocità. Tutto questo giro di parole serve a cercare una attenuante nell'aver preso una multa qui! Ebbene sì, fermato dagli sbirri per eccesso di velocità: 119km/h... Qua le multe si devono pagare subito altrimenti ti sbattono dentro. Morale: 300eurini
Fortuna, si fa per dire, che da Akureyri la strada ricomincia a far schifo per cui il tachimetro difficilmente si riavvicinerà ai 90...
Raggiunta la città nel pomeriggio, nostra tappa per la notte, sarò con la mia multa l'argomento trainante davanti a una buona birra, per consolidare l'amicizia con due simpatici motociclisti di Amburgo che seguono il medesimo itinerario.
L'indomani raggiungiamo il lago Myvatn detto anche lago dei moscerini: ce ne sono davvero tanti! Qua la natura la fa da padrona: pozze di acqua bollente, tanfo di zolfo e ottima zona per il birdwatching. Qua c'è la nostra terza e ultima fattoria: Vogafjos
Qui Katia si immedesima nella vita in fattoria e si cimenta nella mungitura di una mucca.
Settima tappa: il cerchio si chiude. Attraversiamo un altopiano privo di vegetazione: un enorme deserto di ghiaia. Qui dicono si siano esercitati i primi astronauti americani per le missioni lunari Apollo. La strada come per la prima tappa, si interrompe per lasciar scorrere i copertoni sulla terra battuta. Il punto più brutto è stato un tornante in discesa proprio sulla ghiaia, ma ormai siamo icelander e lo passiamo indenni: non nascondo di aver sudato come in una corsa a piedi sotto il sole, anche se la temperatura era stabile a 11°...
Raggiungiamo dunque Egilsstadir a una trentina di km dal porto da dove siamo sbarcati. L'ultima notte la passiamo qui, in un hotel con vista sul lago Logurinn detto anche Lagarfljot: qui c'è una contesa con il lago scozzese di Lochness per chi ha il mostro più grande.
E' giunto il momento di lasciare questa terra mistica, dai paesaggi preistorici: sì, semmai faranno un vero Jurassic Park, questo è il posto giusto. Ci rimbarchiamo sulla nostra Norrona quindi e dopo una notte arriviamo di nuovo a Torshavn. Questa volta però la sosta è di un paio d'ore: giusto il tempo per scendere a prendere un caffè e una fetta di torta in un localino che conosciamo già.
Si riparte e dopo un'altra notte arriviamo in Danimarca: porto di Hanstholm.
Già si mescola la malinconia alla soddisfazione mentre guardo l'adesivo sul bauletto con la sigla IS. Giro la chiave e premo il tasto di avviamento: si scende gente!
Dopo i saluti e gli scambi di indirizzi con gli altri motociclisti incontrati on the road e sulla nave, ci dirigiamo a sud. Vista l'ora tarda dormiremo in un B&B a un centinaio di km dallo sbarco e il giorno successivo dopo una tappa da 1200km raggiungeremo dei nostri amici camperisti in vacanza a Monaco di Baviera: tanto per scroccare una notte in camper e soprattutto per fare un po' di baracca davanti a qualche birretta.
Di seguito un condensato di 10min della fantastica gita islandese.