UK 2009: viaggio tra miti e leggende

Quest'anno giro breve, ma per questo non meno bello e interessante degli altri.
Breve: un po' dettato dalle finanze, per via della crisi certo, ma anche di un abbonamento ai velox da cui sto cercando di recedere...
La meta (Cornovaglia) e le tappe, sono soprattutto ispirate a una serie di info raccolte da libri letti da Kate sulle saghe di re Artù e da documentari (più o meno scientifici) visti 1000 volte in tv riguardo a Stonehenge.
E poi è una vita che vogliamo passare dall'Ace Cafe!
Ecco quindi l'itinerario seguito per un totale di 4600Km.Partenza da Bologna con prima tappa in Lussemburgo, presso campeggio a noi già noto per il precedente viaggio in Scozia nel 2004: il Camping Gaalgebierg di Esch-sur-Alzette.
La tappa successiva ci vede già in Inghilterra: a Canterbury. Campeggiamo a 1km sud dal centro (Canterbury camping).
Ma per prima cosa dobbiamo attraversare il canale della Manica. Il traghetto non è il solito da Calais verso Dover, piuttosto da Boulogne-sur-mer sempre per Dover. Il motivo è semplice: ci piaceva l'assonanza del tragitto Bologna-Boulogne che da una ricerca successiva, pare abbiano in comune la derivazione celtica del nome, che significa "città fortezza": non si smette mai di imparare!
Al di là di questo, per chi volesse prendere un traghetto per Dover, i porti da cui ci si può imbarcare con una certa frequenza giornaliera sono Calais, Boulogne e Dunkerque e sono tutti e 3 sufficientemente vicini per passare da uno all'altro, nel caso non vi fosse posto sul traghetto.
Quindi in questo caso non occorre fare prenotazioni da casa, a mio parere troppo vincolanti per chi viaggia in moto.
Da Canterbury a Londra il passo è breve. Ci sistemiamo anche qui in un bel campeggio in città: il Crystal Palace.
Al contrario delle auto, le moto a Londra possono circolare ovunque, quanto autobus e taxi e non pagano nessun tipo di pedaggio per cui no problem.
Dopo una visitina di un paio di giorni nella capitale, con birretta all'Ace Cafe e visita al British Meseum (il cui ingresso è gratuito), ci muoviamo verso la Cornovaglia: la parte ovest del sud Inghilterra. Passiamo per il complesso megalitico di Stonehenge (nord di Salisbury) che ci appare più piccolo di come le immagini televisive lo facciano apparire, ma comunque sempre misterioso resta...
Poco più a nord c'è anche un'altra costruzione circolare di menhir del diametro molto più grande, tanto da contenere un piccolo centro abitato (Avebury) e un ottimo pub.
Questa è anche la zona dei famosi crop circles: i cerchi nel grano.
I contadini dalla fase di incazzatura per il grano rovinato, si sono fatti furbi e sono passati alla fase di visite guidate a pagamento... Non ci mettiamo anche in questa gita, anche perchè si vedono senz'altro meglio da un elicottero o un piccolo aereo da turismo. Piuttosto iniziamo ad apprezzare il sidro (cider o cyder) che qua è una bevanda assai diffusa e ideale per dissetarsi davanti ad un bel piatto di fish&chips.
Raggiungiamo Glastonbury cittadina simpatica e accogliente (come lo sarà tutta questa zona d'Inghilterra) sul cui monte svetta il Tor, altro luogo misterioso. Qui si fondono le leggende di re Artù, Avalon e di Giuseppe d'Arimatea con il suo Santo Graal. Inutile dire che i negozi di souvenir a tema sono un bel po'...
Passiamo anche qua un paio di giorni e ci sistemiamo manco a dirlo all'Isle Of Avalon Camp Site, per poi riprendere la moto in direzione Land's End: la punta più a ovest di Cornovagla ed Inghilterra. Percorreremo la costa nord della Cornovaglia bagnata dal Mare Celtico (Canale di Bristol). Tappa molto simpatica qui è stata la pausa pranzo a Clovelly: un paesello arroccato sulla scogliera chiuso al traffico a motore, in cui ci si muove o a piedi o coi muli, aiò!
Arriviamo a Land's End: un'altro capo estremo dell'Europa occidentale che si aggiunge alla nostra collezione di ricordi. Il paesaggio è spettacolare e il meteo ci è amico. Resteremo anche qua un
paio di giorni trottando per le cliff roads.
Inizia il percorso di rientro, questa volta percorreremo la costa sud, la più turistica e quindi trafficata. Ma la curiosità è tanta per l'Isola di Wight e Brighton: due posti che hanno fatto la storia per Hippies e Rockers. Non si contano i mitici Volkswagen T1/T2 di mille colori diversi incrociati sulla strada. Campeggio a Sandown (Isola di Wight): Adgestone Camp.
Ultima tappa ed ultima notte inglese sarà a Folkenstone, nell'omonimo camping, a 13Km dall'imbarco di Dover. Il rientro questa volta sarà per Dunkerque, con tappa di un paio di giorni in Lussemburgo per riposare e per visitare la città che non abbiamo mai avuto occasione di farlo. Meritava!
Ultima sosta a Freudenstadt, in piena foresta nera tedesca, a far baracca con i nostri amici Claudio&Rebekka che lì abitano.
Anche questa avventura è finita...
Ah! E' sempre più dura staccare le mani dal manubrio per tornare alla sgobbo...

Alla prossima
Beer&Kate

Gita fuori porta: Monaco di Baviera

"...previsioni per il fine settimana: pioggia e temperature in calo in tutta Italia..."
Bé cominciamo bene... Chissà che tempo fa al di là delle Alpi... mmmh sembra bello!
Dove andiamo allora per il ponte del 2 Giugno? Ma è semplice! Tenda, sacchi a pelo e via in moto: si va a Monaco!
Una gita di 1100Km con breve godimento nell'ultimo angolo di paradiso degli amanti della velocità: l'autostrada tedesca (che ricordo è pure gratis...).
Partenza quindi domenica 31 maggio e rientro martedi 2 giugno quasi sempre sotto al sole: che culo!

Tappa unica a München con base al solito e splendido camping Thalkirchen dove ci aspettano già altri nostri amici per fare baracca con della buona birra.
E così tra un boccale di Weissbier e una Schnitzel ci si gode un po' di questa splendida città sempre viva e divertente.
Ci concediamo pure due visite, una alla mostra egizia di Tutanchamun (speriamo non porti sfiga!)
presso l'Event Arena dell'Olympiapark (seguite la torre)
e la seconda al Museo BMW (sempre lì in zona) dove ci passa davanti più di un secolo di storia di motori, fino ad arrivare allo showroom delle auto e soprattutto moto, della casa bavarese in listino quest'anno.
Riscendiamo il martedi verso Bologna, non prima di aver pranzato a Ettal però: un simpatico paesello tipico bavarese immerso nel verde, giusto giusto sulla via del ritorno, deviando verso Garmisch.
Das ist alles! Tchüss!

Viaggiare in moto, perché?

Ci sono mille modi diversi per viaggiare: a piedi, in barca, in camper, in bicicletta, in aereo, in auto, a bordo di un razzo... Il viaggio è una dimensione che accompagna l'uomo da sempre: forse per curiosità, per spirito di avventura, ahimè per anche lavoro o per semplice passatempo cercando di esorcizzare l'ultimo definitivo.

Certo il soggiorno in un villaggio vacanze alle Figi, per bello e rilassante che sia, faccio fatica a considerarlo viaggio: lo vedo più come un banale trasferimento al bar esotico più lontano da casa...

Sì per come la vedo io, del viaggio la parte più affascinante e che resta scolpita nella memoria è il durante. La meta da raggiungere è solo una bella scusa per intraprendere un viaggio.

Uno dei metodi migliori per apprezzare a pieno questo durante è la moto. Questo mezzo, che molti di noi (me compreso), tendono ad associare ad una forma vivente (pazzi questi motociclanti!) con cui ci si parla anche solo col pensiero, permette di avere un punto di osservazione privilegiato. Già in una giornata abbiamo il potere di far cambiare il paesaggio attorno a noi con pochi e semplici gesti: muovere il bacino per piegare, ruotare il polso per accelerare. Dal mare alla montagna, alla pianura, sentendo l'aria che cambia come i colori: mi piace pensare al mototurista di oggi come diretto discendente del cavaliere errante.

Troppo idealizzato? Forse, ma chi non ha mai provato a macinare chilometri di asfalto in sella ad una moto, non potrà mai capire a pieno le sensazioni che trasmette.

Viaggiare in moto nel bene o nel male: forare una gomma, prendere pioggia per uno o più giorni di fila, avere noie al motore ma anche stringere nuove amicizie, gustare cibi diversi, perdersi in luoghi mai visti... No, decisamente non è più la fatica che il gusto!

E quando un viaggio finisce? Credo non ci sia soddisfazione maggiore che pianificarne uno nuovo, immaginando già di essere on the road... again!


Il punto di vista del passeggero


Bé che dire, io la moto non la guido però mi godo comunque il viaggio fino in fondo…
A dire la verità, quando ci toccano delle trasferte da 1200km solo di autostrada, ogni tanto crollo e mi addormento, ma capita di rado per fortuna! Io poi sono quella che ha sempre la macchina fotografica in mano, quindi mentre andiamo fotografo che sembro una matta. Una cosa che mi piace è quando siamo per strada con la moto carica come un mulo, le persone in macchina ti guardano e spesso ti salutano e io da passeggera educata ricambio. Peccato che queste cose accadono soprattutto all'estero... Un'altra cosa che adoro sono le soste: mi piace dire a Birra “hai visto quello?” ,” hai visto quell'altro?”… Sì, perché lui guidando magari se lo perde, così glielo racconto e quando siamo in campeggio, gli faccio pure vedere le foto. Come passeggera dovrei annoiarmi, perché là dietro non c'è niente da fare, non abbiamo l'interfono e quindi non possiamo neanche chiacchierare. Invece no! Non è per niente noioso: ci sono mille cose da vedere e non è vero che chi è seduto dietro vede solo il casco del suo pilota, anzi! Ho visto paesaggi stupendi e ogni posto dove andiamo é sempre diverso. La vita del passeggero è anche scendere al volo per tirare su la moto evitando che cada (vedi viaggio in Islanda). E quando si fa benzina sono io cha vado a pagare, così Birra si riposa un po' magari con un bel caffè.
Insomma anche da passeggero è un gran bel viaggiare!!!

"Zavorrina" mi va stretto...


Eccomi qua, io sono la metà femminile del Beer&Kate team!
Che dire, lasciamo stare le solite cose che dicono tutti: perché bisogna essere affiatati, bisogna avere la passione altrimenti non ce la fai... E' verissimo!! Però ci vuole anche un pizzico di curiostà per questo modo di viaggiare, totalmente diverso da quello che può essere l'aereo, la macchina o anche il camper (anche se i camperisti sono molto simili ai mototuristi). Non vi dico che emozione quando con Birra, abbiamo deciso e poi organizzato il primo viaggio fuori dall'Italia per di più in moto, che spettacolo!!! La prima volta la preparazione delle valigie è stata un po' tragica, ma con gli anni ci si fa una discreta esperienza. Anche montare e smontare la tenda non è male: ormai non mi demoralizzo più se dobbiamo smontarla mentre piove... ci si mette la tuta antipioggia poi si smonta! Ma una delle cose più belle del viaggiare in moto, sono le amicizie che fai con gli altri motociclisti: amicizie che durano ancora, dopo più di 10 anni.
Insomma viaggiare in moto è la cosa più bella che esista al mondo, l'importante è non perdere mai l'entusiasmo come quando hai preparato il primo viaggio.