Viaggiare in moto, perché?

Ci sono mille modi diversi per viaggiare: a piedi, in barca, in camper, in bicicletta, in aereo, in auto, a bordo di un razzo... Il viaggio è una dimensione che accompagna l'uomo da sempre: forse per curiosità, per spirito di avventura, ahimè per anche lavoro o per semplice passatempo cercando di esorcizzare l'ultimo definitivo.

Certo il soggiorno in un villaggio vacanze alle Figi, per bello e rilassante che sia, faccio fatica a considerarlo viaggio: lo vedo più come un banale trasferimento al bar esotico più lontano da casa...

Sì per come la vedo io, del viaggio la parte più affascinante e che resta scolpita nella memoria è il durante. La meta da raggiungere è solo una bella scusa per intraprendere un viaggio.

Uno dei metodi migliori per apprezzare a pieno questo durante è la moto. Questo mezzo, che molti di noi (me compreso), tendono ad associare ad una forma vivente (pazzi questi motociclanti!) con cui ci si parla anche solo col pensiero, permette di avere un punto di osservazione privilegiato. Già in una giornata abbiamo il potere di far cambiare il paesaggio attorno a noi con pochi e semplici gesti: muovere il bacino per piegare, ruotare il polso per accelerare. Dal mare alla montagna, alla pianura, sentendo l'aria che cambia come i colori: mi piace pensare al mototurista di oggi come diretto discendente del cavaliere errante.

Troppo idealizzato? Forse, ma chi non ha mai provato a macinare chilometri di asfalto in sella ad una moto, non potrà mai capire a pieno le sensazioni che trasmette.

Viaggiare in moto nel bene o nel male: forare una gomma, prendere pioggia per uno o più giorni di fila, avere noie al motore ma anche stringere nuove amicizie, gustare cibi diversi, perdersi in luoghi mai visti... No, decisamente non è più la fatica che il gusto!

E quando un viaggio finisce? Credo non ci sia soddisfazione maggiore che pianificarne uno nuovo, immaginando già di essere on the road... again!